Le proteste di Anonymous per WikiLeaks sono una dimostrazione di massa contro il controllo
Le azioni contro MasterCard e Amazon non sono 'hacking'. La gente sta semplicemente cercando un modo di protestare in uno spazio digitale.
Le proteste di Anonymous riguardo a Wikileaks sono l'equivalente su Internet di un corteo di massa. È un errore chiamarle hacking (intelligenza giocosa) o cracking (infrangere la sicurezza). Il programma LOIC che viene usato dal gruppo è preconfezionato in modo che non sia necessaria alcuna intelligenza per utilizzarlo, e non infrange la sicurezza di nessun computer. I dimostranti non hanno provato a prendere il controllo del sito web di Amazon o a estrarre dati da Mastercard. Sono entrati dalla porta principale del sito, che semplicemente non è stato in grado di gestirne il volume.
Anche chiamare queste proteste "attacchi DDoS", o distributed denial of service, è fuorviante. Un attacco DDoS viene portato avanti con migliaia di computer "zombie". Tipicamente qualcuno infrange la sicurezza di questi computer (spesso tramite un virus) e ne prende il controllo, poi li organizza in una "botnet" perché facciano all'unisono quello che lui vuole (in questo caso sovraccaricare un server). I computer dei dimostranti di Anonymous non sono zombie: presumibilmente sono manovrati uno per uno.
No - il paragone appropriato lo si può fare con le folle che la settimana scorsa si sono presentate ai magazzini Topshop. Non hanno fatto irruzione nei magazzini o preso alcuna merce, ma hanno certamente causato qualche fastidio al proprietario, Philip Green. Non mi piacerebbe che neppure una piccola parte di un mio magazzino (se ne avessi uno) fosse l'obiettivo di una grande protesta. Ad Amazon e Mastercard neppure piace, e i loro clienti sono probabilmente infastiditi. Anche quelli che avevano fatto un salto da Topshop il giorno della protesta potrebbero essere stati infastiditi.
Internet non può funzionare se i siti web sono frequentemente bloccati da folle di utenti, proprio come una città non può funzionare se le sue strade sono costantemente riempite dai dimostranti. Ma prima di invocare la repressione delle proteste su Internet, considerate per cosa stanno protestando: su Internet gli utenti non hanno diritti. Come il caso Wikileaks ha dimostrato, ciò che facciamo online lo facciamo maltollerati.
Nel mondo fisico abbiamo il diritto di stampare e vendere libri. Chiunque voglia fermarci deve passare per un tribunale. Questo diritto è debole in Regno Unito, ma almeno esiste. In ogni caso, per mettere sù un sito web abbiamo bisogno della cooperazione di un fornitore di nomi a dominio, un ISP, e spesso di una ditta di hosting, e su tutti si possono fare pressioni per tagliarci fuori. Negli Stati Uniti nessuna legge stabilisce esplicitamente questa precarietà. È piuttosto incarnata nei contratti che abbiamo consentito a queste ditte di far diventare normali. Come se tutti vivessimo in stanze in affitto e i padroni di casa potessero cacciarci in qualsiasi momento senza preavviso.
Anche léggere è maltollerato. Nel mondo fisico puoi acquistare un libro con il denaro, e lo possiedi. Sei libero di darlo, prestarlo o venderlo a qualcun altro. Sei anche libero di tenerlo. Invece, nel mondo digitale, i lettori di e-book hanno delle manette elettroniche che gli impediscono di dare, prestare o vendere un libro, e anche licenze che lo vietano. L'ultimo anno Amazon ha usato una backdoor nei suoi e-reader per cancellare migliaia di copie di "1984" di George Orwell. Il Ministero della Verità è stato privatizzato.
Nel mondo fisico, abbiamo il diritto di dare e ricevere denaro - anche anonimamente. Su Internet possiamo ricevere denaro solo con il beneplacito di organizzazioni come PayPal e MasterCard, e il "security state" tiene traccia dei pagamenti. Leggi che sanciscono la punizione su accusa come il Digital Economy Act estendono questo schema di precarietà dell'accesso a Internet. Ciò che fai sul tuo computer è anche controllato da altri, attraverso il software non-free. I sistemi Microsoft e Apple implementano manette elettroniche - caratteristiche progettate apposta per limitare gli utenti. Anche l'uso continuo di un programma o di una funzionalità è precario: Apple ha messo una backdoor nell'iPhone per cancellare da remoto le applicazioni installate e un'altra backdoor in Windows permette a Microsoft di installare cambiamenti al software senza chiedere il permesso.
Ho cominciato il free software movement per rimpiazzare il software non-free che controlla l'utente con software libero che rispetta la libertà. Con il software libero almeno possiamo controllare ciò che il software fa nei nostri computer.
Il governo degli Stati Uniti oggi è un centro di potere degli interessi corporativi. Poiché deve fingere di fare gli interessi della popolazione, teme che la verità possa trapelare. Ecco le varie campagne contro WikiLeaks: per schiacciarlo nella precarietà di Internet e per limitare formalmente la libertà di stampa.
Gli stati cercano di imprigionare i dimostranti di Anonymous invece che i torturatori e gli assassini conclamati. Il giorno che il nostro governo perseguirà i criminali di guerra e ci dirà la verità, il controllo delle folle di Internet potrebbe essere per noi il problema più pressante tra quelli rimasti. Gioirò se vedrò quel giorno.
• Copyright 2010 Richard Stallman – released under the Creative Commons Attribution Noderivs Licence
Tradotto da http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2010/dec/17/anonymous-wikileaks-protest-amazon-mastercard